La presunzione di sapere quello che dovrebbero fare gli altri

Non ti intromettere mai nella sofferenza altrui.
L’uomo deve stancarsi di se stesso e bere fino in fondo la coppa di veleno che gli spetta.
Non essere presuntuoso e non sperare di poter aiutare tutti; è possibile aiutare soltanto chi è pronto ad accettare l’aiuto.
Una persona che soffre vede il mondo attraverso il proprio dolore, e perciò è sorda e cieca.
Ognuno si trascina dietro la sua esperienza di vita senza vedere che si tratta di un peso morto.
Se interverrai nella altrui sofferenza, il vortice karmico ti risucchierà in un gioco a te estraneo.
Ricorda che l’uomo è capace di contagiare, con la sua sofferenza.
Procedi per la tua strada senza voltarti.
Soltanto se stai facendo la tua strada potrai aiutare la gente a rialzarsi.
                                                                                                                  Satyananda Saraswati

 

Hai avuto modo e tempo di leggere queste bellissime e sagge parole?
Ti hanno vibrato dentro?
No? ne hai bisogno più che mai, ma il tuo ego le rifiuta.
Va beh, ora se ti va, te ne do una mia personale interpretazione.

Fatti li cazzi tua malavicino, e de li cazzi mia nun tenn fricare 😂 😂 😂
I calabresi ti dicono questo in dialetto quando esprimi giudizi non pertinenti su fatti che non ti riguardano, oppure quando qualcuno dà consigli o esprime giudizi non richiesti.
Grandiii…..
Mi hanno sempre affascinato i detti popolari, indipendentemente dalla regione di provenienza, poiché è proprio da queste frasi che trasuda la saggezza del vissuto in carne ed ossa, quella autentica, che viene dalla strada, che emerge dalla sofferenza di riuscire a sopravvivere nel migliore dei modi indipendentemente dalle avversità.
E’ vero, dal dopo guerra è iniziata una lenta e progressiva ripresa economica del paese, ma a che prezzo ragazzi.
Non c’era tempo per lamentarsi, bisognava lavorare sodo per sbarcare il lunario.
I valori etici erano al centro della scena, parole come sacrificio, costanza e pazienza erano sacre, e distinguevano chi nella vita riusciva da chi invece tergiversava girandosi i pollici.

Ma analizziamo la parola sacrificio e come viene interpretata oggi.
Per i più questa parola riveste una connotazione negativa, qualcosa da evitare come la peste, qualcosa che ora mai fanno solo gli stupidi.
Fare la gavetta per imparare un mestiere a regola d’arte? Ma sei scemo?
Meglio giocare col telefonino tutto il giorno e prendersi il reddito di cittadinanza.

Sacrificio etimologicamente significa “fare – sacro”, ovvero:

“concedere un po’ di impegno ed energia oggi per un premio più grande domani”

Secondo le leggi della vita, indipendentemente dal risultato a cui ambisci, bisogna sudarselo ciò che si vuole, poiché nulla di prezioso è regalato.
E poi se guardiamo il rovescio della medaglia, quanto si gode nel momento in cui si è riusciti ad ottenere quanto desiderato, esclusivamente tramite il sudore della tua fronte?
Peraltro, faticare e mettersi in gioco per ciò che si sogna, non solo galvanizza ed infonde fiducia in sé stessi, ma è anche essenziale per la propria evoluzione personale, altrimenti cosa ci si incarna a fare in questo mondo?
Si, sono d’accordo, dal punto di vista teorico, si possono studiare molte cose, anche un’enciclopedia intera, ma quello non è il vero sapere.
Solo dopo avere esperito qualcosa mediante un’esperienza diretta ed emotivamente significativa, si è in grado di affermare: si, io so bene come funziona quella cosa, poiché l’ho provata sulla mia pelle.

Ora, se hai compreso una delle dinamiche essenziali imposte dalla vita, mi spieghi perché non lasci che ad ognuno spetti la sua “pena”?
Come può un individuo crescere ed evolvere se tu, dall’alto della tua presunzione di sapere, pretendi di intervenire sul suo Karma?
Ah… non sai cos’è il Karma?
Ti consiglio di andare a vedertelo e cercare di comprenderlo, perché credimi, una volta compresa questa legge Divina, smetterai immediatamente di intrometterti in faccende che non ti riguardano, anche quando queste, hanno un falso sottofondo di buonismo
E poi, ammesso che qualcuno potrebbe beneficiare del tuo consiglio, perché mai dovrebbe ascoltarti?
Se l’esperienza gliela racconti tu, lui/lei come fa a viverla emotivamente mediante i propri sensi ed eventuali benedetti errori?
Ben inteso, un conto è dare un consiglio quando ti viene chiesto, altra cosa tritargli i maroni tutti i santi giorni su ciò che secondo te dovrebbe fare
È come quando alcuni miei pazienti, dopo avere affrontato un percorso terapeutico che gli ha consentito di risolvere una situazione dolorosa, volevano imporre al resto della famiglia un lavoro simile senza che questi ne sentissero il minimo bisogno.
Ma se quello sta bene così com’è, ed in quel preciso periodo sella SUA vita sta facendo esperienze di altro genere, perché mai dovrebbe fare come hai fatto tu?
Magari il suo fastidio, ammesso che ce l’abbia, non è così insopportabile, magari gli è simpatico un altro terapista o magari ha bisogno di quel dolore per capire alcuni aspetti profondi del suo essere.
Qualcuno a questo punto potrebbe osservare, esagerato…
Vi posso assicurare che ne vedo a decine di casi simili, mamme apprensive che con il loro esagerato bisogno di controllo hanno massacrato psicologicamente i loro figli mediante condizionamenti assurdi su pericoli inesistenti che purtroppo nel tempo hanno fatto breccia, rendendoli insicuri, timorosi ed ansiosi difronte alla minima sfida quotidiana.

Come dice Beau Lotto nel suo libro (Percezioni – come il cervello percepisce il mondo)
“se crescerete i vostri figli nella bambagia non potranno che crescere molli, senza carattere ed incapaci di affrontare i draghi della vita”

Il mondo cambia fuori quando noi cambiamo dentro, l’unico bene che possiamo fare per gli altri è l’esempio che emerge dalle nostre azioni quotidiane.
Cercare di convincere gli altri, senza rispettare il loro sentire in merito, indipendentemente dal rapporto che intercorre tra i due, è una violenta invasione di campo.

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”

Mahatma Gandhi

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